La misura dell'arroganza
Premetto subito che sono un felicissimo possessore di un cane di taglia media, un cocker nero, molto affettuoso.
Il mio kit da passeggio, oltre ovviamente al cane, comprende: numerosi sacchetti per la raccolta dei lasciti canini, guinzaglio e una buona dose di attenzione al comportamento del cane nei confronti di altri cani / persone che normalmente si incontrano durante il tragitto.
Da pochi anni ne abbiamo uno, fino a quattro anni fa eravamo felicissimi senza e ho più volte espresso tutto il mio disappunto calpestando involontariamente una deiezione canina proprio nei pressi della mia autorimessa.
Per questo motivo sto attento al comportamento del mio cane, bisogna seguirlo sempre, e vedo che molti miei compaesani la pensano nello stesso modo, utilizzano gli appositi sacchetti e li gettano nei cestini dedicati messi a disposizione dal comune.
Allora perché il parco è diventato un letamaio? Perché il marciapiede è un percorso ad ostacoli?
Come dite? Esatto, qualcuno pensa di essere furbissimo e se ne frega se poi qualche bambino utilizzerà il parco per giocare con i suoi amici, se ne frega se la gente camminando per recarsi al negozio, in farmacia o dove caspita vuole si trova a calpestare merda.
Certo loro sono furbi, escono quando sanno di non essere visti, col cane, lo lasciano andare al parco senza guinzaglio che tanto il parco a quell'ora è deserto, parlano al telefono, chiacchierano con altri incivili pari loro e rientrano tranquilli e impuniti a casa lasciando merda ai posteri.
Non bisogna scomodare C.S.I. per capire la taglia dei cani, basta la misura della prova e l'osservazione che la tipologia, il colore definiscono sempre lo stesso / gli stessi cani.
Quindi sono 4/5 i signori furbetti che infamano anche la mia rispettabilità quando uscendo col cane incontro qualcuno e ho appena oltrepassato una merda lasciata da altri, questi l'ha notata e subito somma 2 a 2 e, con lo sguardo d'accusa, emettere il giudizio, colpevole! Io che condanno quanto lui il gesto.
Siamo come i politici che tanto critichiamo, conviviamo con i furbi ognuno con il proprio menefreghismo standardizzato, subenti, silenti e, perennemente, lamentanti.
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