L'iceberg si è staccato



Leggo su ilPost del sempre attuale politically correct nel mondo occidentale che alcuni doppiatori bianchi, nel senso della pelle, che hanno deciso di non voler più  dare la propria voce ai personaggi dei Simpson di colore (diverso dal bianco, ovviamente), credono cioè che la voce ad un personaggio di colore debba essere data da un doppiatore di colore (presumo lo stesso colore del personaggio).

Perfetto, anche questa volta se sei un utente medio avrai pensato che in fondo in fondo è giusto che anche i personaggi inventati e disegnati di colore abbiano il loro doppiatore che gli presta la voce.

Parlando di doppiaggio, sia  esso di un cartoon o di una pellicola cinematografica, qual'è la cosa veramente importante? 

Credo sia senza dubbio sia la voce, voce che deve essere coerente col personaggio rappresentato, un omone di 200 chili avrà probabilmente una voce profonda, un giovane avrà una voce da giovane (magari il doppiatore sarà una ragazza o un adulto con una voce giusta) ma quello che voglio tu capisca, lettore del blog, è che nel doppiaggio cinematografico conta la voce e null'altro.

Sinceramente, vi siete mai posti il problema di quale colore della pelle avesse la persona che ha doppiato il vostro attore preferito in quel particolare film? 

Ma in ultima analisi, questo fatto aggiunge qualcosa nella lotta sacrosanta contro il razzismo?

No, non conta una benemerita fava, non è importante perché nel doppiaggio conta solo la voce.

Qualcuno potrebbe pensare che è inutile parlarne, è solo un gesto simbolico per attirare l'attenzione ma questi gesti simbolici cominciano ad essere un 'modo di pensare' molto pericoloso, una deriva che dal cioccolato , alle quote imposte, potrebbe arrivare ovunque.
Si è presa una battaglia sacrosanta e la si è trasformata in una crociata demenziale, questo è solo l'inizio.

Sono curioso di vedere i primi cortocircuiti in tutto questo pensare che porteranno  a spassose quanto pericolose limitazioni per tutti.
Preparate i popcorn e mettetevi comodi. 

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